Un viaggio in Tibet è un’esperienza umana e culturale che va al di là di un normale viaggio turistico. Tuttavia può essere faticoso sia per le altitudini, per le condizioni delle strade non sempre asfaltate, E’ consigliato un atteggiamento di adattamento: gli eventuali disagi saranno ricompensati dalla bellezza dei posti, dalla maestosità dei monasteri, dall’incomparabile bellezza della catena himalayana.
La capitale Lhasa è stata ingrandita e pesantemente modificata dall’ intervento urbanistico cinese… ma il suo cuore ha mantenuto fino ai giorni nostri la sua incredibile autenticità tibetana. Monasteri battuti dal vento, avvolti dalla nuvole e dal fumo dell’incenso di ginepro che i pellegrini offrono con devozione immutata nel tempo. Il silenzio si trasforma nel suono delle lunghe trombe suonate dai monaci. Il vento muove le bandiere di preghiera offerte per ringraziare gli spiriti negli alti passi di montagna, i nomadi rompono la solitudine delle valli, gli yak osservano curiosi i viaggiatori, il Chomologma (l’Everest in nome tibetano) tocca il cielo con la sua maestosità. Tutto in Tibet è sacro, nonostante i cambiamenti, ma il viaggiatore è dentro di sé che deve scoprire l’anima del Tibet, per arricchire la sua anima di paesaggi, silenzi, pace. Milarepa, un Maestro tibetano dell’X11secolo scrisse “Lassù, tra le pietraie assolate, si svolge uno strano mercato:puoi barattare il vortice della tua vita per una beatitudine senza confini”